immagine realizzata e concessa dall’ artista Mario Sesenna per le tele di Mariangela Gallazzi e Maurizio Alberto Molinari
Due “clochards” protetti dai loro cartoni
Ogni abbraccio sa di vita
e dalle loro “tante coperte”
dormendo incuranti del freddo.
mordendo polvere e cellulosa
Il desiderio di libertà, il rifiuto delle regole.
scegliendo l’aria e non la gogna.
La mente mi riporta donne conosciute al dormitorio.
Ogni ricordo un sogno
Raccontavano di aver dormito nel mezzanino della metro.
madido di realtà
Scaldandosi bevendo vino
Ora vedo donne che non conosco
saturo di insapidità
sulla panchina d’attesa di un metrò
con addosso due cappotti, la borsa vicina
piena di giornali e bottiglie…
Ogni bicchiere è inutile
Che tristezza vederle
a volte le sento parlare da sole
oppure insultare i passanti…
disponendo di lacrime e tavernello.
In queste borse
che contengono tutto il loro mondo
cosa avranno?
Ogni busta una sorpresa
E’ capitato che donne mi riconoscessero
e con un sorriso mi chiamassero
Ogni incontro un’accoglienza…
Mi sono fermata
e una volta una di loro
mi ha invitato
a sedere vicino a lei
e a mangiare
quello che aveva raccolto
dai vassoi abbandonati di un MC Donald…
Ogni pasto un avanzo
Queste persone
hanno lasciato un segno
impresso nel loro ricordo.
Ogni segno un invito.
Un’esperienza forte il dormitorio,
solidarietà e aiuto reciproco
è la parola d’ordine
Ogni soffio di ieri
è un concerto di domani.
Dentro o fuori, se sei nell’ingranaggio devi vivere in un certo modo, sei fuori dall’ingranaggio non possiedi nulla, ma hai la libertà interiore. Tanto volte credo che chi vive fuori non voglia essere aiutato perchè l’ingranaggio stritola. Meglio non aver nulla allora!
Spesso mi domando che cosa possa spingere una persona a scegliere di vivere per strada anche potendo non farlo, penso sia voglia di libertà, rifiuto di una società fatta di regole mai rispettate. Chi invece passa la notte nei dormitori si incontra con una umanità dolente e solidale, credo faccia una esperienza che effettivamente segna la vita.
La ricchezza che io ho acquisito con l’ esperienza dormitorio è quella interiore x la quale non serve avere soldi!!
Non ho voluto abbandonare i parametri ..la vita di una società che in quel momento mi vedeva sofferente..
Ho voluto a fatica rialzare la testa e dire..”La vita continua non voglio farla finire con il dormitorio!!!”
Le figure evocate da queste immagini , da queste parole che suscitano immagini, immagini cui certamente tutti siamo abituati, perchè ormai nelle strade, negli angoli, nei pertugi, nei parchi, sotto i portici, davanti ai supermercati sono sempre di più quelle figure…E’ significativo che noi che, non siamo nella strada con loro, unanimemente parliamo della loro “libertà” – Che cosa! Veramente noi dovremmo vedere in loro la schiavitù dell’indigenza e invece poniamo l’accento sulla loro ‘libertà’ Vuoi vedere che schiavi siamo noi ?
Io credo che la schiavitu sia la nostra..!!!